Si è parlato di privacy e cyberbullismo alla “Giornata della legalità” del Lions Club di Chioggia e Sottomarina, tenutasi venerdì 5 aprile tra gli istituiti e la pinacoteca della SS. Trinità, a cio abbiamo partecipato con grande entusiasmo anche noi di Tecsis.

Argomenti attuali e importanti, che hanno coinvolto l’Istituto Comprensivo Chioggia 5, con la scuola primaria Caccin e la secondaria di primo grado Galilei dove la psicologa Cristina Pesce, l’avvocato Alexander Cassisa e Luca Tonan, rappresentante della Federazione Sindacale di Polizia del Veneto, hanno coinvolto i ragazzi in alcune iniziative riguardanti la sicurezza del web e il corretto utilizzo della rete, spiegando loro come la legge difende le vittime del cyberbullismo.

Parallelamente gli alunni della scuola Paolo VI incontravano il nostro Massimo Amoruso in un seminario sul corretto uso del telefono e di internet, dalla password ai fattori di autenticazione, dagli antivirus alle fonti delle applicazioni, fino ai servizi di messaggistica, ai metadati e ai contatti con sconosciuti.

Nel pomeriggio, in centro storico a Chioggia, la giornata è andata avanti con un momento di divulgazione a tema “Minori e percorsi di legalità: scuola, privacy ed educazione ai rischi informatici”, tenuti dagli avvocati Alessandro Scarpa (segretario dei Lions nonché referente del service in materia di cyberbullismo) e Silvia Boschello di Padova, e dalla dirigente scolastica del Paolo VI Emanuela Schiavon, che si è detta piacevolmente sorpresa dalla preparazione dei giovanissimi alunni in merito alla sicurezza dei loro dispostivi ma che ha notato come questi apparecchi concentrino su di sé tutta l’attenzione dei ragazzi, creando quindi una vera e propria realtà digitale parallela da tenere monitorata costantemente.

Durante la giornata sono stati toccati tutti i punti che riguardano il cyberbullismo e la privacy dei minori, partendo dalle normative vigenti, fino ad arrivare ai casi affrontati nella realtà di tutti i giorni dagli stessi alunni delle scuole, riportati dalla loro direttrice.

Il progetto dei Lions, abbracciato anche da noi di Tecsis attraverso la partecipazione del nostro tecnico esperto di sicurezza informatica Massimo Amoruso, è un’idea in cui crediamo molto: incentivare la sicurezza e l’uso prudente degli strumenti di comunicazione dovrebbe essere una priorità, soprattutto in virtù del fatto che i giovani oggi sono molto più preparati sull’argomento degli adulti che dovrebbero guidarli.

Quello che più di importante c’è da far capire loro è che ciò che succede sul web è reale e può avere conseguenze serie e complesse nella realtà.

Il cyberbullismo è una triste realtà in forte crescita, su 354 denunce di minori trattate nel 2017 dalla Polizia Postale, 59 riguardano la diffusione di materiale pedopornografico e 116 sono casi di ingiurie, molestie e minacce e i dati non promettono bene.

Le parole chiave per un uso corretto di Internet sono consapevolezza, informazione, regole ed educazione.

Di seguito il racconto di Massimo Amoruso con le considerazioni dopo il confronto con i ragazzi:

All’inizio ero restio nel realizzare un laboratorio di sicurezza all’uso degli smartphone con i ragazzi di prima, seconda e terza media tanto che pensavo che sarebbero stati loro a insegnare qualcosa a me.

Non è del tutto stato così ma molte delle indicazioni che volevo dare erano già note e mi sono trovato davanti a un pubblico attento e molto più preparato di quanto, a volte, non mi accada con gli adulti. La loro attiva partecipazione però ci ha permesso di ragionare su aspetti che solitamente tralasciamo.

Infatti più che un laboratorio è stato un vero e proprio momento di confronto su un argomento evidentemente molto interessante per i ragazzi che usano regolarmente lo smartphone e che denotano, di conseguenza, di considerare la sicurezza, agendo spesso con meno leggerezza di quanto ci potessimo aspettare.

Con i ragazzi di prima, che erano i più ansiosi di poter accedere lo smartphone, ho voluto fare un esperimento: ho proposto loro una slide con le indicazioni per formattare completamente il telefono, riportandolo alle impostazioni di fabbrica, facendogli perdere tutto quanto salvato. L’ansia di poter accendere il dispositivo per scambiare messaggi coi compagni è passata in primo piano rispetto all’attenzione delle direttive e, con il docente, abbiamo potuto appurare come questa “realtà digitale” li abbia risucchiati, senza che si preoccupassero dello scopo del laboratorio. Se fossero stati attenti, siamo certi non avrebbero mai accettato di accendere il telefono a quel prezzo da pagare.
A seguire c’è stato un incontro con i genitori, dove ho illustrato quanto spiegato ai ragazzi i quali, con enorme stupore, scoprivano che i figli erano molto più preparati di loro.

La giornata è stata impegnativa perché entrare in confidenza coi ragazzi non è mai facile, soprattutto in un campo che loro credono di padroneggiare alla perfezione, ma il confronto con loro è sempre molto costruttivo, spero, per entrambe le parti.”