Oggi è l’8 marzo, festeggiamo le donne raccontando di Suor Mary Kenneth Keller, la prima donna ad ottenere il PhD in informatica

L’8 marzo, nel giorno della festa delle donne e vogliamo festeggiarle raccontando la storia di Suor Mary Kenneth Keller, il primo PhD in informatica.

Nata a Cleveland in Ohio nel 1913 circa, entra a far parte delle Suore della Carità della Beata Vergine Maria nel 1932. Dopo 8 anni acquisisce i voti in quella stessa congregazione religiosa.

Subito dopo si iscrive all’università e ottiene, nel 1943, la Bachelor Degree of Science in matematica e, dieci anni dopo, un master in matematica e fisica alla DePaul University.

Nel 1958 Suor Mary Keller inizia a lavorare presso il Computer Center dell’Università di Darmouth, un istituto composto allora da soli uomini, dove partecipò allo sviluppo del linguaggio di programmazione BASIC.

Il BASIC è un linguaggio di programmazione ad alto livello sviluppato sul calcolatore GE-225.

La parola è l’acronimo della frase in lingua inglese “Beginner’s All-purpose Symbolic Instruction Code” ovvero “codice di istruzione simbolica di uso generale per principiante”. Il primo programma in questo linguaggio venne eseguito il 1º maggio 1964 alle 4 del mattino.

Un anno dopo questa esperienza, nel 1965, diventa la prima donna ad ottenere un PhD in Informatica presso l’Università del Wisconsin.

La sua tesi, scritta usando il CDC FORTRAN 63 e intitolata “Inductive Inference on Computer Generated Patterns” (Inferenza Induttiva sui Modelli Generati dal Computer), è incentrata sulla costruzione di algoritmi in grado di eseguire una differenziazione analitica sull’espressione algebrica.

Dopo il master accetta l’offerta di insegnare Clarke College di Dubuque, in Iowa, dove fonda il Computer Science Department, di cui sarà presidente per oltre 20 anni.

Oggi il dipartimento è conosciuto come il Keller Computer Center and Information Services.

Suor Keller è stata una delle sostenitrici dell’informatica applicata all’insegnamento, nonché della sua accessibilità, già in un tempo in cui i computer erano macchinari per pochi, complicati e costosi: “Per la prima volta possiamo ora simulare meccanicamente il processo cognitivo. Possiamo intraprendere studi sull’intelligenza artificiale. Inoltre, questo macchinario [il computer] può essere utilizzato per aiutare gli esseri umani nell’apprendimento. In futuro, il numero di coloro che studierà questa materia sarà sempre maggiore e, di conseguenza, anche l’importanza degli insegnanti, che insegnano qui, aumenterà.”

È morta il 10 gennaio 1985 all’età di 71 anni. Alla sua morte sono state rese pubbliche alcune sue lettere, testimonianze scritte della sua passione per l’informatica. Il computer, scriveva, l’aveva aiutata ad esercitare due virtù: l’umiltà, perché gli errori non sono della macchina ma del programmatore, e la pazienza, nelle infinite operazioni di de-bug, nel cercare le linee di codice contenenti errori e correggerle.