Sono stimati a 300 milioni di euro i danni imputabili agli attacchi informatici subiti dalle imprese, ma non solo, di Veneto e Friuli Venezia Giulia

Il cybercrime sembra essere diventata la prima minaccia da cui si devono ben guardare le aziende oggi. Sono infatti state stimate perdite per circa 300 milioni di euro, relative alle aziende di Friuli Venezia Giulia e Veneto.

I dati sono stati forniti a cybersecurityitalia.it da un’azienda informatica friulana che si occupa di sicurezza e ha visto le richieste di intervento salire di oltre il 40% nel 2018.

Pare quindi non essere un problema solo per Facebook, Google e i grandi nomi del web, al contrario anche piccole e medie imprese vengono prese di mira sempre più sovente e sicuramente con meno difficoltà: sembra infatti che, nonostante l’entrata in vigore del GDPR e l’aumentare dell’informazione relativa alla sicurezza informatica, molte compagnie non abbiamo preso le dovute precauzioni, e siano state quindi vittime di attacchi spesso evitabili.

Se infatti da un lato abbiamo dei sistemi non aggiornati, una protezione debole e un backup parziale o del tutto assente, dall’altro frequentemente troviamo un personale impreparato non solo a gestire un attacco, ma soprattutto a prevenirlo, rispettando semplici good practice.

L’elemento umano infatti è spesso il più pericoloso perché, aprendo banalmente una mail, si rischi di dare l’accesso a un malware che può provocare danni anche molto seri.

La diffusione della cultura informatica, soprattutto tra i dipendenti delle aziende e delle PA, sembra essere la strada migliore per evitare di cadere nelle trappole dei malintenzionati. Sono quindi manager, dirigenti o chi comunque prende decisioni a dover capire quali siano i danni reali di una mancata diffusione della conoscenza digitale: l’apertura di una mail da parte di un dipendente poco attento può causare anche migliaia di euro di danni all’azienda.

La cultura da sola però non basta. L’errore umano deve infatti sempre essere previsto, è buona norma affiancare dei buoni comportamenti a degli strumenti solidi e adatti alla propria realtà.

Come riportato nell’ultima indagine Clusit della scorsa estate, i danni per l’Italia, derivanti da sole attività cyber criminali, sono stati calcolati in quasi 10 miliardi di euro, pari a dieci volte tanto il valore attuale degli investimenti italiani in ICT Security.